sabato 2 marzo 2013

Le bugie del programma economico del M5S: i tagli complessivi sarebbero di 17-20 miliardi, solo il 2,5% della spesa pubblica!

di Stefano Di Francesco
01/03/2013  09:08:43 
Che forza questo Grillo!! Uno “tsunami” di protesta che ha investito la classe  politica arroccata in difesa dei suoi privilegi, gettando fuori dall’agone politico personaggi che negli ultimi vent’anni hanno segnato le vicende del nostro Paese.
Nel nuovo Parlamento non ci saranno più Fini, Marini, Crosetto, Di Pietro con l’annesso flop di Rivoluzione Civile; ma quello che spicca, è l’enorme quantità di deputati e senatori che il Movimento 5 Stelle è riuscito a portare in Parlamento.
Avranno fatto bene milioni d’italiani a fidarsi degli slogan di Grillo o forse c’è qualcosa che avrebbe meritato più attenzione?
Siamo sicuri che Grillo non sia in fin dei conti un superbo venditore di fumo?
Tanto per cominciare, si potrebbe iniziare col dire che, a dispetto delle sue dichiarazioni alla CNBC della scorsa settimana  secondo cui “    "...“il nostro piano economico ... è preciso, fatto da migliaia di persone nel mondo, fatto da Stiglitz che è Premio Nobel per l'Economia, insieme a persone normali, professori di economia che sono in rete”, una secca smentita è giunta via mail dalla moglie del premio Nobel, la quale si esprime in questi termini che lasciano poco spazio al contraddittorio:
A lot of people attribute a lot of things to my husband but his writings speak for themselves and are available online as are his numerous talks. I doubt he if he has even mentioned the “Five Star movement” anywhere. Thanks, Anya”.
Tradotto vuol sostanzialmente dire che  “molte persone attribuiscono molte cose a mio marito... Penso che neanche abbia mai menzionato il Movimento 5 Stelle...".
Dunque ci risiamo: il programma economico di Grillo è come il Master di Giannino. Le bugie hanno le gambe corte!!
Ma andiamo avanti: sui temi economici il M5S è apparso evanescente ed inconsistente, tanto che Grillo non ha mai approfondito nello specifico soluzioni da apportare al sistema. Anzi, laddove si è dibattuto di economia con imprenditori, commercianti e professionisti, Casaleggio ha sempre affiancato Grillo, quasi temendo esternazioni non proprio in linea con le attese della platea.
Insomma, poche idee e molto confuse in economia e finanza. Casaleggio & Grillo hanno rinunciato a dibattere o farsi intervistare sull'economia (fino alla sparata di Grillo di tre giorni fa sul Premio Nobel Stiglitz che ha scritto il suo piano...). E proprio perché hanno  avuto la geniale idea  di non partecipare più a dibattiti sull'economia,  la gente, ha erroneamente  immaginato volessero realizzare cambiamenti radicali nella struttura economico-finanziaria del Paese.
Il messaggio che invece è stato veicolato nelle piazze gremite all’inverosimile e sulla rete, è stato che la colpa di tutto è dei politici ladri, della corruzione, dell’evasione fiscale, delle clientele, senza mai spiegare quali sono i reali motivi per cui oggi ci troviamo in una depressione che sta disintegrando un intero sistema industriale  ed il tessuto sociale ad esso collegato.
Che la politica abbia “rubato”, che costi troppo, che ci sia evasione, malcostume diffuso è cosa fin troppo evidente; ma non sono le cause del dissesto del sistema. L'arricchimento e l'etica dei politici italiani  ha poco a che fare con la nostra situazione economica; la  prova è che tanti paesi, dove i politici si arricchiscono molto più dei nostri, vanno bene economicamente (dalla Turchia, alla Polonia, al Brasile, al Messico, alla Corea, a Singapore, a Hong Kong, alla Malesia, alla Thailandia, a Taiwan, alla Cina, alla Russia all'India...).
Critiche al programma economico di Grillo provengono anche dalla stampa estera come l’Economist, secondo cui in buona sostanza gli italiani anche questa volta si sono fatti abbindolare da qualcuno che promette rimedi tanto miracolosi quanto inconsistenti:
 “Yet while his criticisms are often accurate, Mr Grillo’s remedies are either non-existent, simplistic or utopian....Mr Grillo’s apparent breakthrough... If it occurs, it will show that far too many Italians fail to understand the seriousness of their economic situation, let alone the complexity of the policies required to solve it. They will have allowed themselves once again to have been seduced by a purveyor of macroeconomic snake oil; someone who claims to be able to dispel their problems as if by magic. Italy has been here before, in 2001 when Mr Berlusconi promised them a "new economic miracle". In the 10 years that followed Italy’s economy either hardly grew, stagnated or shrank.”
“Gli italiani non capiscono la gravità e la complessità della situazione economica”, questo dice l’articolo dell’Economist ed io temo abbia ragione da vendere.
Analizzando ora nel dettaglio il programma del M5S, appare evidente che non potrà essere la soluzione ad alcun problema; da una prima attenta seppur preliminare verifica, risulta che  i tagli complessivi che si realizzerebbero seguendo il programma, sarebbero di appena 17-20 miliardi di euro!! Ovvero il 2,5% della spesa pubblica!!
Veramente poca cosa se si pensa che solo eliminando gli incentivi al “solare” si risparmierebbero circa 7 miliardi di euro di spesa (pari al 40% dei tagli previsti dal movimento grillino).
Nel dettaglio, ecco come e dove si produrrebbero i risparmi secondo i grillini:
- accorpamento dei comuni al di sotto i 5.000 abitanti; si può fare subito ma per risparmiare devi licenziare il personale ed è dai tempi di Mussolini che non si riesce a farlo in Italia;
- modernizzazione e informatizzazione della macchina dello Stato centrale con un taglio del 30% dei costi; i  risparmi  sono probabilmente minimi..... il 30% è un numero campato per aria se non hai fatto un studio specifico al riguardo;
- cessazione di ogni missione militare all'estero, da subito  qui si risparmiano da 1 a 1.5 mld;
- eliminazione Province;  si può fare subito ma per risparmiare devi licenziare il personale ed è dai tempi di Mussolini che non si riesce a farlo in Italia;
- stop alla costruzione di opere inutili come la Tav, la Gronda a Genova, la Pedemontana in Lombardia ; in questo caso i risparmi annuali sono di circa 2 miliardi;
- eliminazione contributi all'editoria da subito risparmiando 3-400 milioni di euro;
- eliminazione di ogni auto blu tranne per il presidente della Repubblica e del Consiglio, risparmiando circa 4 miliardi di euro ;
- eliminazione contributi elettorali ai partiti  con un risparmio di  1,5 miliardi;
- riduzione di almeno la metà delle consulenze esterne per lo Stato e per gli enti locali con un risparmio difficile da stimare, forse di 1 miliardo di euro;
- Recupero dei 98 miliardi di euro evasi dalle società di slot machines; in realtà è una storia fasulla: c'è una sentenza del 2004 riguarda al mancato collegamento con il terminale del ministero ... se fosse vero la guardia di finanza e Befera li avrebbero già recuperati;
- Taglio di 2/3 delle spese del Quirinale con riduzione di 300 milioni di euro;
- Adozione di software open source per la Pubblica Amministrazione ; anche questa è pura fantasia! pensare di mettere on line la PA con software come Linux rischiando che poi vada tutto in tilt, non è realistico;
- Adeguamento stipendi dei parlamentari alla media europea con un risparmio di 400 milioni;
- Rinuncia all'acquisto dei cacciabombardieri F35 ; anche questa è pura propaganda visto che si tratta di un  programma a cui partecipano tutti i paesi UE che dividono così i costi d’acquisto,  a meno che non si rinunci all'aviazione militare, decidendo di difendersi con frecce, fionde e balestre;
- Efficienza/risparmi acquisti per la Sanità dove i risparmi si avrebbero su alcuni sprechi in alcune regioni, ma è complicato da realizzare e comunque si tratterebbe  forse di  1 mld di euro;
- Taglio/vendita di due canali RAI nazionali con un risparmio di  1 mld,
- Taglio Expo 2015 ; ma perché ? l’Expo serve a spingere il commercio e l’economia;
- Dimezzamento stipendio e numero consiglieri regionali con riduzioni di circa 500 milioni;
- Taglio delle pensioni sopra i 5.000 euro lordi mensili .Secondo Grillo le pensioni d'oro sono 100.000 con un costo annuo di 13 miliardi, se venissero abbassate a 5.000 euro netti al mese, il risparmio annuale 7 miliardi di euro.
Alla luce di quanto sopra evidenziato si realizzerebbero dunque  tagli alla spesa  per  una cifra non superiore ai 20 miliardi di euro ( il 2% della spesa pubblica); insomma, la montagna ha partorito un topolino!!
Il voto al M5S è stato chiaramente un voto di protesta, indirizzato alla moralizzazione del sistema politico ed alla diminuzione dei privilegi della casta.
Ma non si può credere che con il solare, la banda larga, la green economy si possa uscire da questa depressione.
Ci attendono tempi durissimi.

Analisi delle Elezioni nazionali 2013 – Prima parte: le 6 ragioni dell'esito insoddisfacente del voto di Io amo l'Italia




di Magdi Cristiano Allam
02/03/2013
10:01:09
 
 
Mi sono concesso qualche giorno dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio innanzitutto per recuperare le forze fisiche dormendo qualche ora in più, poi per riflettere sulle ragioni che ci hanno portato a conseguire un risultato che, in termini assoluti e percentuali, è oggettivamente insoddisfacente.
Abbiamo ottenuto, a livello nazionale, 42.529 voti alla Camera pari allo 0,12% e 40.811 voti al Senato pari allo 0, 13%. Siamo quindi decisamente lontani dal 4% a livello nazionale, la soglia di sbarramento da superare per poter accedere alla Camera, e dall'8% a livello regionale, la soglia di sbarramento da superare per poter accedere al Senato.
Dobbiamo subito contestualizzare il risultato chiarendo che abbiamo presentato le liste di Io amo l'Italia solo in 11 su 26 Circoscrizioni nazionali per la Camera dei Deputati (42,3%) e solo in 8 su 20 Regioni per il Senato (40%), in aggiunta alla nostra assenza nelle Circoscrizioni Estere. Al riguardo ha ragione il nostro Coordinatore elettorale nella Regione Marche, Raffaele Tassotti, quando commenta: “Abbiamo fatto la maratona con una gamba sola!”.
Per la precisione siamo stati totalmente assenti nelle seguenti Regioni: Piemonte, Sicilia, Sardegna, Liguria, Trentino – Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Valle D'Aosta. Siamo stati assenti nelle seguenti Circoscrizioni per la Camera: Lombardia 3, Veneto 2, Lazio 1, Lazio 2. Siamo stati assenti nelle seguenti Regioni per il Senato: Toscana, Puglia.
Queste assenze, pari al 57,7% delle Circoscrizioni per la Camera e al 60% delle Regioni per il Senato, pregiudicano in partenza il risultato. Sappiamo tutti che siamo stati assenti perché non siamo riusciti ovunque a formare le liste e a produrre la documentazione necessaria in meno di due mesi (da fine novembre al 20 gennaio, intervallati dalle festività del Santo Natale, di Capodanno e dell'Epifania). Gran parte delle liste sono state formate con persone conosciute per la prima volta in pochissimo tempo o mai incontrate se non dopo la presentazione delle liste, scoprendo purtroppo a cose fatte che solo una minoranza dei candidati è stata effettivamente partecipe alle Elezioni e una percentuale ancora inferiore si è rivelata del tutto affidabile.
Ed è questa minoranza di candidati che si è assunta l'onere di raccogliere le firme, di farle autenticare e richiedere i certificati d'iscrizione all'anagrafe elettorale dei firmatari, infine di depositare l'insieme della documentazione presso gli uffici preposti.
Questo è accaduto perché evidentemente Io amo l'Italia non ha né un adeguato radicamento territoriale in termini di aderenti e simpatizzanti né proprie sedi distribuite sull'insieme del territorio nazionale. Tutto ciò che è stato fatto per poterci presentare nelle 11 Circoscrizioni per la Camera e in 8 Regioni per il Senato, è opera di pochi volontari che si sono prodigati in modo ammirevole.
La seconda ragione che ha influito negativamente sul risultato elettorale è stato l'oscuramento mediatico per tutta la prima parte del mese elettorale (dal 21 gennaio al 22 febbraio) e, successivamente, la discriminazione attuata principalmente dalle televisioni a diffusione nazionali. Prendiamo atto che l'insieme dei mezzi di comunicazione di massa ha partecipato a un lavaggio di cervello inculcando negli italiani il convincimento che i candidati alla guida del Governo credibili che meritavano di essere votati erano solo 6: Monti, Berlusconi, Bersani, Grillo, Ingroia e Giannino. Solo questi 6 personaggi hanno avuto l'onore di essere regolarmente e in modo assillante presenti nei telegiornali e nelle trasmissioni popolari nelle fasce di maggior ascolto, mentre tutti gli altri, compreso il sottoscritto, hanno potuto accedere solo ai programmi di approfondimento o a fugacissime apparizioni nei telegiornali (per non oltre 30 secondi) nelle fasce orarie di minor ascolto. Basti considerare che per tutta la campagna elettorale non ho mai avuto l'opportunità di confrontarmi con nessuno dei 6 super-candidati nonostante che fossi un loro concorrente. Il risultato è che purtroppo gran parte degli italiani continua a ignorare persino che Io amo l'Italia esista! Soltanto ieri un amico di Vicenza mi ha raccontato che nella mattinata al bar un gruppo di persone gli ha chiesto spiegazione sul simbolo di Io amo l'Italia dopo averlo visto sulla spilletta affissa al petto. Alla fine in 7 gli hanno risposto: se avessimo saputo della partecipazione di Io amo l'Italia alle Elezioni, vi avremmo votato!
La terza ragione dell'esito insoddisfacente del voto è l'esiguità delle risorse finanziarie a disposizione. Abbiamo fatto una campagna elettorale con poche migliaia di euro, frutto di libere donazioni. Tutti i partiti già presenti in Parlamento hanno investito milioni di euro che ottengono sotto forma di rimborso elettorale, di trattenute dai super-stipendi dei parlamentari e dei rappresentanti in seno alle istituzioni politiche e della Pubblica amministrazione, di fondi stornati dagli enti pubblici la cui gestione è appannaggio dei partiti o versati da enti privati in cambio di favori, di erogazioni da parte di fondazioni bancarie per attività di varia natura svolta dai partiti. Ebbene se consideriamo che, ad esempio alla Camera, il Mir di Samorì che ha investito forse una decina di milioni di euro ha ottenuto lo 0,24 e Intesa Popolare che ha investito almeno 1,5 milioni di euro ha ottenuto 0,07, noi non dovremmo lamentarci. Anche se non è affatto una ragione per consolarci. Piuttosto è un dato che attesta che i soldi sono necessari ma non sono ciò che assicura il successo elettorale.
La quarta ragione che ha nuociuto al risultato elettorale è stata la difficoltà a comunicare in modo corretto, semplice ed efficace i contenuti del programma politico, sia perché producono un trauma in chi ci ascolta dato che stravolgono la realtà esistente, come ad esempio è la rivendicazione di uscire dall'euro e riscattare la nostra sovranità monetaria, sia perché fuoriuscendo dal seminato si collocano nell'ambito delle soluzioni innovative che devono ancora essere sperimentate lasciando di conseguenza un dubbio sulla loro validità.
La quinta ragione che ha prodotto un livello significativo di isolamento del nostro Movimento è stata la tesi del cosiddetto “voto utile”, che ha sollecitato gli italiani a sostenere solo i due principali contenitori del centro-destra e del centro-sinistra per non favorire il reciproco avversario politico. Per quanto il “voto utile” si connota come un voto “contro” l'avversario e a favore del proprio candidato come il “male minore”, una scelta che implicitamente rigetta il voto di preferenza o di coscienza, esso è stato fatto proprio anche da ambienti cattolici addirittura ferventissimi che, ad esempio, condannano nella sfera religiosa personaggi come Carlo Maria Martini perché relativisti, ma in campagna elettorale hanno sostenuto a viva voce la necessità di dare il voto a Berlusconi e si sono fatti promotori di una campagna propagandistica contro il voto a Io amo l'Italia e a Magdi Cristiano Allam perché sarebbe stato un “voto perso”.
La sesta ragione che ci ha danneggiato è la scelta della Chiesa, per la precisione lo Stato del Vaticano, la Conferenza Episcopale Italiana e un insieme di enti come la Comunità di S. Egidio, la Caritas, le Acli, la Cisl e una fazione di Comunione e Liberazione, unitamente agli organi ufficiali come l'Osservatore Romano e soprattutto l'Avvenire, che si sono pubblicamente e direttamente schierati con dei loro esponenti in seno al governo di Mario Monti, per presumibili interessi di natura finanziaria o comunque di spartizione del potere. Questa scelta ha quantomeno disorientato una parte della Chiesa e l'insieme dei fedeli che avrebbero voluto schierarsi in modo deciso e convinto al fianco di chi, come Io amo l'Italia, afferma a viva voce il primato dei valori non negoziabili.
 (I – Prosegue)

http://www.ioamolitalia.it/