giovedì 21 febbraio 2013

Italiani ribellatevi: basta con il ricatto del “voto utile”! Votate liberamente secondo coscienza per diventare protagonisti del cambiamento!

di Magdi Cristiano Allam
21/02/2013 16:11:47
 
 
A 48 ore dalla fine della campagna elettorale lancio un appello a tutti gli italiani onesti: ribellatevi al ricatto del cosiddetto “voto utile”! Votate liberamente secondo coscienza!
Monti, Berlusconi, Bersani, Casini hanno governato insieme per 13 mesi e ora fanno finta di litigare per carpire il voto degli italiani investendo nella nostra smemoratezza e trattandoci come esseri incapaci di intendere e di volere. Berlusconi chiede di non votare le formazioni “minori” del centro-destra esterne alla suo listone, perché non favorire il successo di Bersani che, dal canto suo, fa la stessa cosa prendendo di mira Ingroia il cui voto agevolerebbe il successo di Berlusconi. Il voto utile è palesemente un voto “contro” qualcuno ed è al tempo stesso un voto al “male minore” per arginare l'avverarsi del “male maggiore”.
Se Berlusconi, Bersani, Monti e Casini ci avessero regalato un'Italia da favola e se gli italiani fossero una popolazione felice e prospera, non avremmo argomenti per obiettare la richiesta del voto utile. Ma la verità è che ci hanno fatto sprofondare nell'abisso, muore un'impresa ogni minuto e mezzo e il 41% degli italiani non arriva a fine mese. Ci sono 290 mila adulti “esodati” che non hanno né lo stipendio né la pensione, uno su tre tra coloro che fanno la fila alle mense dei poveri è italiano, e proprio stamane, un ex prefetto della Polizia a riposo mi ha confessato il disagio dello spettacolo mattutino di persone del ceto medio, tutt'altro che poveri e vestiti anche elegantemente, che vanno a rovistare nei cassonetti della spazzatura in cerca di cibo e oggetti riciclabili.
E' forse un caso che proprio oggi Monti, Berlusconi e Bersani all'unisono denunciano Beppe Grillo come una minaccia alla nostra democrazia? Possibile che se ne siano accorti soltanto ora? O non è forse il preludio alla ricomposizione del governo di “unione nazionale” questa volta non per contrastare lo spauracchio dello spread, di cui gli italiani ignoravano l'esistenza, ma per contenere l'ondata di Grillo dopo aver sapientemente trasformato nel più efficiente sfogatoio della rabbia e della frustrazione degli italiani ridotti sempre più alla fame e privati persino della speranza in un futuro migliore?
Hanno governato insieme per 13 mesi e tutto lascia presagire che torneranno a governare insieme dopo il voto. Ma hanno la sfrontatezza di volerci far credere che sono in contrasto e addirittura di promuovere modelli politici se non esistenziali distinti, quando in realtà dalla Lega Nord a Grillo sono tutti accomunati da una concezione materialista e relativista dello Stato, dello Sviluppo e della Società.
Io amo l'Italia è l'unico soggetto politico che si presenta alle Elezioni del 24 e 25 febbraio con una proposta valoriale e identitaria che mettendo al centro la persona come depositario di un valore intrinseco e i valori non negoziabili, promuove esplicitamente l'uscita dall'euro e il riscatto della nostra sovranità monetaria, così come l'uscita da questa Unione Europea dei banchieri e dei burocrati e la salvaguardia dei valori non negoziabili della sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, della centralità della famiglia naturale, della dignità della persona, della libertà religiosa e educativa.
A maggior ragione provo amarezza per quei cattolici che sono caduti nella trappola del “voto utile” e si fanno loro stessi promotori della diffusione del messaggio che non bisogna votare Io amo l'Italia e Magdi Cristiano Allam, arrivando a sostenere che anche questa volta, dopo vent'anni che sta al potere, bisogna rivotare Silvio Berlusconi perché è il “meno peggio”! Come riescono questi amici cattolicissimi, ferventissimi, tutti Chiesa e preghiera, tutti contro il Concilio Vaticano II e per i pellegrinaggi a Medjugorje, a promuovere pubblicamente il voto a Berlusconi e invitare apertamente a non dare il voto a Io amo l'Italia perché sarebbe un “voto sprecato”?
Sono francamente incredulo e preoccupato per la deriva mentale a cui si può approdare quando si abbandona il binomio fede e ragione per abbracciare la spregiudicatezza della politica appiattita sulla conquista del potere costi quel che costi.
Invito tutti gli italiani onesti a cambiare! E' ora di diventare Protagonisti della nostra scelta, votando secondo coscienza! Se tutti gli italiani onesti votassero secondo coscienza l'Italia cambierebbe, noi tutti ci affrancheremmo dalla schiavitù della Partitocrazia che ha affossato l'Italia e ci ha svenduto alla speculazione finanziaria che uccide l'economia reale, condanna a morte le imprese e riduce in povertà gli italiani. Il 24 e 25 febbraio votate fate votare Io amo l'Italia! Insieme ce la faremo!

martedì 12 febbraio 2013

Le dimissioni del Papa - Il giorno in cui mi battezzò e poi disse: "Abbiamo vinto"

di Magdi Cristiano Allam
12/02/2013 
 
Le dimissioni del Papa - Il giorno in cui mi battezzò e poi disse: (da Il Giornale)  - Ho mantenuto finora il riserbo sulla mia esperienza diretta con la realtà interna alla Chiesa, che mi ha fatto toccare con mano la gravità di un conflitto acceso tra il Papa e l'apparato che sovrintende alla gestione dello Stato del Vaticano, in considerazione della mia eterna gratitudine a Benedetto XVI per aver scelto di essere lui a darmi il battesimo, la cresima e l'eucaristia nella notte della Veglia Pasquale il 22 marzo 2008.
Ero ancora musulmano quando scaturì in me non solo una stima particolare ma un'attrazione irresistibile per il Papa quando, in occasione della Lectio Magistralis pronunciata nell'Università di Ratisbona il 12 settembre 2006, ebbe l'onestà intellettuale e il coraggio umano di dire la verità storica sull'espansionismo islamico compiutosi attraverso guerre, conversioni forzate e un fiume di sangue che sottomisero le sponde orientale e meridionale del Mediterraneo che erano al 95% cristiane. Non lo fece direttamente ma citando l'imperatore bizantino Manuele II Paleologo. Si tratta di una ovvietà storica attestata negli stessi libri di storia che si insegnano nelle scuole dei Paesi islamici. Eppure per averla detta il Papa, si ritrovò condannato, anche a morte, dai governi e dai terroristi islamici. Così come scoprì di avere contro l'insieme dell'Occidente sempre più scristianizzato e, soprattutto, dovette fronteggiare le critiche interne alla sua stessa Chiesa. Benedetto XVI fu di fatto costretto dai reggenti della diplomazia vaticana a giustificarsi per ben tre volte, ripetendo che non intendeva offendere i fedeli musulmani, rasentando ma mai cedendo alla pressione di trasformare la giustificazione in una pubblica scusa. Non bastò a placare né le ire degli islamici né la tendenza alla resa dei diplomatici vaticani. Fu così che il Papa fu costretto ad andare in Turchia e si ritrovò al fianco del Gran Mufti a pregare insieme rivolti alla Mecca nella Moschea Blu di Istanbul.
Quella di fatto segnò un successo della diplomazia vaticana costringendo il Papa ad arrendersi a quella che lui stesso definisce la “dittatura del relativismo”, considerata come il male profondo della nostra civiltà perché mettendo sullo stesso piano tutte le religioni e le culture, a prescindere dal loro contenuto, finisce per legittimare tutto e il contrario di tutto, il bene e il male, la verità e la menzogna, facendoci perdere la certezza della fede nel cristianesimo.
Mi ero immedesimato nel vissuto di Benedetto XVI e lo immaginai come un Papa isolato e assediato da un apparato clericale ostile all'interno del Vaticano. La sua straordinaria intelligenza, la sua immensa cultura e la sua ineguagliabile capacità di interpellare la nostra ragione e di accompagnarci per mano alla fede, dimostrandoci con umiltà come il cristianesimo sia la dimora naturale di fede e ragione, hanno per me rappresentato un faro che mi ha illuminato dentro fino a farmi scoprire il dono della fede in Cristo.
Fu così che quando grazie alla saggezza e alla fraterna disponibilità di monsignor Rino Fisichella, all'epoca Rettore dell'Università Lateranense, che mi accompagnò nel mio cammino spirituale per accedere ai sacramenti d'iniziazione alla fede cristiana, il Papa accettò di essere lui a darmi il battesimo, considerai che il Signore aveva scelto di unire la mia vita a quella del Santo Padre, indicandomelo come il più straordinario testimone di fede e ragione.
Ebbene quando alla fine della cerimonia religiosa nella sontuosità della Basilica di San Pietro, dopo tre infinite ore che ho percepito come il giorno più bello della mia vita, mi sono trovato al cospetto del Papa in compagnia del mio padrino Maurizio Lupi, lui si limitò ad un sorriso lieve ma di una serenità assoluta di chi è in pace con se stesso e con il Signore. Ma non appena ci spostammo sulla sinistra per salutare il suo assistente, monsignor Georg Gänswein, scoprimmo sulle sue labbra un sorriso intenso, due occhi radiosi e dalle sue labbra uscì un'esclamazione di giubilo: “Abbiamo vinto!”.
Abbiamo vinto! Se c'è qualcuno che vince, significa che c'è qualcuno che ha perso. Chi aveva perso lo capii appena varcato la porta della Basilica per andare ad abbracciare monsignor Fisichella. Apparve il cardinale Giovanni Battista Re, all'epoca Prefetto della Congregazione per i Vescovi, che rivolgendosi ad alta voce e con un fare vagamente minatorio a monsignor Fisichella, gli disse: “Se Bin Laden dovesse farsi vivo, sapremmo a chi indirizzarlo!”.
Successivamente da varie fonti ho avuto la certezza che fino all'ultimo istante l'apparato dello Stato del Vaticano esercitò forti pressioni su Benedetto XVI per dissuaderlo dall'essere lui a darmi il battesimo, per paura delle rappresaglie da parte degli estremisti e dei terroristi islamici, ma che il Papa non ebbe mai alcuna esitazione.
E' un fatto specifico e concreto che evidenzia come Benedetto XVI ha dovuto scontrarsi con poteri interni al Vaticano che, al fine di tutelarsi sul piano della sicurezza, sono arrivati a concepire che il Papa non dovesse adempiere a quella che è la sua missione, portare Cristo a chiunque liberamente lo scelga. Ed è un caso emblematico dello scontro tra la Chiesa universale che si sostanzia di spiritualità e un Vaticano terreno che si cala nella materialità al pari di qualsiasi altro Stato. Questo è il nodo da sciogliere ed è la sfida che, con le sue dimissioni, Benedetto XVI ci lascia. La Chiesa è ad un bivio: restare ancorata alla sua missione spirituale incarnandosi nei dogmi della fede e nei valori non negoziabili oppure cedere alla ragion di Stato per auto-perpetuarsi costi quel che costi? E' la pesante eredità che graverà sulle spalle del prossimo Papa.
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12/02/2013 08:07:46

lunedì 11 febbraio 2013

Grillo sbraita, ma aiuta solo Monti

di Magdi Cristiano Allam
11/02/2013 (da Il Giornale) -













Se nei confronti delle promesse elettorali di Monti, Bersani e Berlusconi prendo atto che si tratta di una strategia di commercializzazione del messaggio finalizzata sia alla monopolizzazione dello spazio mediatico, in particolare televisivo, sia a far passare in secondo piano i problemi reali dell'Italia che si sta trasformando da Stato ricco in popolazione povera, viceversa confesso che da italiano mi vergogno che il nostro Paese possa essere rappresentato da Beppe Grillo e mi amareggia, al di là della preoccupazione, che ci siano tanti (speriamo di no!) italiani che si affidano a un demagogo colmo di rabbia e odio che non fa altro che urlare, inveire, ingiuriare, minacciare e, sostanzialmente, prometterci che distruggerà l'insieme della cultura e della classe politica, economica e sociale, senza però offrire la costruzione di un'alternativa che corrisponda realisticamente a un nuovo modello di Stato, di sviluppo e di società.
Sin dalla scelta infelice ma emblematica del nome con cui è stata ribattezzata la sua campagna elettorale, Tsunami Tour, trattandosi di uno dei più micidiali disastri naturali (il maremoto dell'Oceano Indiano che nel dicembre del 2004 ha causato centinaia di migliaia di morti), Grillo conferma la sua vera natura di fenomeno essenzialmente distruttivo in un contesto dove la parte propositiva del suo programma è una serie di sparate mediatiche come, ad esempio, il referendum sull'euro, che è semplicemente anticostituzionale perché in Italia non è ammissibile il referendum né sulla materia finanziaria né su un trattato internazionale. A parte l'ipocrisia e l'inganno dei suoi elettori avendo Grillo chiarito che lui non è affatto contrario all'euro.
Dobbiamo prendere atto che Grillo è l'unico politico (?) che in questa campagna elettorale osa confrontarsi direttamente con gli italiani ed è un dato di fatto che i suoi comizi sono generalmente un successo sul piano dell'affluenza del pubblico. E' indubbio che Grillo incarna il più colossale ed efficiente “sfogatoio” della protesta degli italiani che, oltretutto, svolge un'importante funzione sul piano della sicurezza del fronte interno che lui stesso ha più volte evocato chiarendo che, qualora non dovessero consentirgli di entrare in parlamento democraticamente, il rischio è che il suo spazio verrebbe colmato da forze estremiste di destra e di sinistra che potrebbero ricorrere alla violenza. Indubbiamente chi è preposto a salvaguardare la sicurezza e la stabilità del fronte interno, in una fase cruciale in cui muore un'impresa ogni minuto e mezzo e il 41% degli italiani non arriva a fine mese, vede di buon grado la capacità di Grillo di assorbire e sublimare la protesta, soprattutto dei giovani che al 40% sono o disoccupati o inoccupati, immedesimandosi e ritenendosi appagati dalla condivisione della promessa di far fuori tutti i politici e le istituzioni ladrone, corrotte e vessatorie nei confronti dei cittadini.
Recentemente due imprenditori, incontrati in luoghi e tempi diversi, mi hanno confessato che voteranno entrambi Grillo e uno di loro ha così argomentato la sua scelta: “Voglio che Grillo vada in Parlamento e li elimini tutti! Non ne possiamo più! Bisogna cacciarli tutti!”. Il voto a Grillo si configura come una sorta di mandato a uccidere l'avversario, così come un capomafia affiderebbe a un sicario l'eliminazione del boss rivale. Gli imprenditori sono indubbiamente coloro che stanno pagando il prezzo più alto della crisi strutturale della finanza globalizzata intossicata dalla proliferazione dei derivati e dalla strategia politica di dare un potere egemonico alle banche, che hanno cessato di erogare credito, finendo per uccidere l'economia reale e condannare a morte le imprese paradossalmente perché creditrici. E' evidente che gli imprenditori che investono su Grillo sono disperati e si aggrappano a una zattera in un mare in tempesta consapevoli che comunque non si tratta di una scelta che possa sfociare nella loro salvezza. La riprova è nell'esito dell'incontro svoltosi sabato scorso a Treviso con un centinaio di imprenditori trevigiani: “Chissà cosa mi aspettavo. Non è successo niente!”, ha commentando Grillo, aggiungendo: “Pensate, mi chiedono tutti, se vai al governo cosa farai per noi? Devi dirmi invece tu cosa intendi fare per la tua categoria. Tu industriale ti devi fare eleggere e poi vai in Parlamento e vediamo se sei capace di governare come noi (…) Bisogna sedersi assieme e avere un'idea, un'idea del mondo, non della politica”. Quale idea? Grillo non lo dice, semplicemente perché non ha nessuna idea su come costruire un nuovo modello di sviluppo al di là degli slogan sulla “economia verde”.
La verità è che Grillo non è un politico ma un comico; non è disinteressato ma uno straordinario imprenditore che ha accumulato una fortuna valorizzando commercialmente la propria immagine; non è genuino ma strumento di una strategia che, indebolendo la sinistra e ergendolo a spauracchio dell'insieme del sistema politico da contrastare costi quel che costi, favorirà la riedizione del governo Monti sostenuto dal Pd, dall'Udc e dal Pdl così come è stato per 13 mesi. Se ora Grillo si presenta come “uno contro tutti”, nel dopo-voto assisteremo al “tutti contro uno”. Vincerà sempre lui e noi tutti ne usciremo perdenti! Altro che salvatore della Patria!

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http://www.ioamolitalia.it/



mercoledì 6 febbraio 2013

Le nozze gay suicidio dell'Europa

di Magdi Cristiano Allam
 04/02/2013
 
 
(da Il Giornale) - La legalizzazione del matrimonio omosessuale in Francia e in Gran Bretagna, una realtà già presente in Svezia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio, Spagna, Portogallo, Islanda, che è stata accreditata dall'Unione Europa e dal Consiglio d'Europa, evidenzia che in questa Europa è prevalso il relativismo valoriale che scardina le fondamenta della costruzione sociale incentrata sulla famiglia naturale.
Non si tratta solo della violazione di un “valore non negoziabile”, secondo l'espressione cara a Benedetto XVI, ma innanzitutto di un venir meno alla ragione e al legittimo amor proprio. L'Europa è in assoluto l'area del mondo che ha il più basso tasso di natalità e, purtroppo, l'Italia è tra i Paesi europei che ha il più basso tasso di natalità. Ebbene se noi – al fine di porre un argine a questo suicidio-omicidio demografico - usassimo la ragione e facessimo prevalere il sano amor proprio, dovremmo sostenere la centralità della famiglia naturale perché, piaccia o meno, è solo dall'unione tra un uomo e una donna che può generarsi la vita. Concretamente per favorire la natalità dovremmo sostenere la maternità, ciò che oggi si traduce nell'attribuzione di congrui sussidi per le madri che scelgono di dedicarsi a tempo pieno o anche parziale alla famiglia, ai figli e alla casa, riconoscendo la valenza economica del lavoro domestico. Proprio recentemente in Francia da un'inchiesta pubblicata dal Figaro emerge che il lavoro domestico corrisponde a circa il 33% del Pil (Prodotto Interno Lordo)!
Invece questa Europa relativista non solo non sostiene la famiglia naturale ma ha scelto di scardinarla dalle fondamenta sostenendo che la società non si basa più sul rapporto tra uomo e donna, ma che dobbiamo far riferimento a cinque parametri che corrispondono all'orientamento sessuale, dove l'essere eterosessuali, bisessuali, omosessuali, lesbiche e transessuali, deve essere considerato la piattaforma sociale a cui corrispondere assoluta parità sia per ciò che concerne il matrimonio sia per l'adozione dei figli. Ed è così che in quest'Europa relativista che rischia di scomparire sul piano demografico per quanto attiene alla popolazione autoctona, il matrimonio omosessuale viene indicato come l'apice di una civiltà i cui capisaldi sono la negazione della cultura della vita, ovvero la legalizzazione dell'aborto, dell'eugenetica e dell'eutanasia. Gli ideologi del relativismo demografico ritengono che il problema sia facilmente risolvibile spalancando le frontiere agli immigrati provenienti da Paesi che hanno un più alto tasso di natalità, operando in un contesto puramente quantitativo, a prescindere dalla dimensione qualitativa che concerne la condivisione o meno dei diritti fondamentali della persona, del rispetto delle regole fondanti della civile convivenza, della disponibilità a integrarsi per cooperare alla costruzione di un futuro migliore. Ecco perché se questi immigrati sono, ad esempio, i cinesi dediti all'invasione economica o gli islamici dediti all'invasione religiosa, il risultato sarà inesorabilmente il tracollo della civiltà europea in parallelo al declino della popolazione autoctona.
Tutto ciò dovrebbe essere considerato ragionevole e di buon senso. Ebbene se oggi non lo è, significa che abbiamo messo in soffitta la ragione e non ciò vogliamo più del bene, facendo prevalere un'imposizione ideologica ispirata al relativismo valoriale che nega la nozione stessa di verità e al buonismo che ci porta ad anteporre le istanze altrui anche a dispetto delle conseguenze negative per noi stessi. Ecco perché questo pregiudizio ideologico si configura come una dittatura relativista che, per un verso, è l'altro lato della dittatura finanziaria e, per l'altro, è supportato dalla dittatura mediatica. Anche la dittatura finanziaria fa venir meno la centralità della persona come depositaria di un valore intrinseco, della famiglia naturale e della comunità di uomini e donne liberi, sostituendoli con la centralità della moneta, delle banche e dei mercati.  E né la dittatura relativista né la dittatura finanziaria potrebbero affermarsi senza il supporto della dittatura mediatica che, mistificando la realtà, ci propina una rappresentazione ideologica facendosi sembrare come l'apice della civiltà ciò che il fondo del baratro in cui siamo precipitati non avendo più la certezza di chi siamo, delle nostre radici, fede, valori, identità e regole.
L'epilogo di questa deriva è la dittatura in senso letterale, dove anche se siamo chiamati a partecipare al rito delle elezioni, sappiamo anticipatamente l'esito delle elezioni perché la triplice dittatura relativista, finanziaria e mediatica non consentono alcuna devianza rispetto al “nuovo ordine mondiale”.  Ciascuno di noi sarà libero di produrre e di consumare, di copulare con chi gli pare, di credere in Gesù o Allah a condizione di metterli sullo stesso piano, ma non potremo affermare la verità, credere nei valori non negoziabili e perseguire il bene comune.
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domenica 3 febbraio 2013

E' ora di cambiare! Il 24 e 25 febbraio vota Io Amo l'Italia


Scrivete alle televisioni: Magdi Cristiano ha diritto a partecipare ai confronti tra i candidati alla guida del Governo

di Magdi Cristiano Allam

02/02/2013 15:39:20
di Io amo l'Italia
 
 
Lancio un appello a tutti i nostri candidati, agli amici di Io amo l'Italia, agli italiani onesti e liberi: inviate a Rai, Mediaset, Sky, La 7 e alle altre televisioni private questo messaggio:
Da cittadini italiani  rivendichiamo il diritto di essere informati correttamente in merito alle Elezioni nazionali. Vi chiediamo di ottemperare al dovere di farci conoscere il pensiero di tutti i candidati alla guida del Governo per metterci nella condizione di poter operare una scelta ponderata. Denunciamo il boicottaggio mediatico di Magdi Cristiano Allam presidente di Io amo l'Italia e rivendichiamo il suo diritto a partecipare ai confronti con gli altri candidati alla guida del Governo e più in generale a godere della medesima visibilità televisiva accordata a Monti, Berlusconi, Bersani, Grillo e Ingroia. Se non lo farete dimostrerete di non aver ottemperato al diritto-dovere costituzionale di diffondere informazione corretta e vi denunceremo in tutte le sedi per aver ingannato e plagiato i cittadini trasformandovi in strumento di una dittatura mediatica che pratica un lavaggio di cervello per imporre agli italiani i candidati da votare. Gli italiani hanno il diritto di sapere e voi avete il dovere di far conoscere il pensiero di tutti i candidati alla guida del Governo, compreso quello di Magdi Cristiano Allam, affinché ciascun elettore possa liberamente scegliere e decidere per chi votare.
Nome e cognome
Ecco gli indirizzi mail a cui inviare il messaggio: newsmediaset@mediaset.it info@serviziopubblico.it ottoemezzo@la7.it segreteria@la7.it portaaporta@rai.it unomattina@rai.it ballaro@rai.it vigilanzarai@senato.it segreteria.redazione.mi@adnkronos.com redazione.internet@ansa.it redazione.milano@agi.it tg3lombardia@rai.it tg1.segreteria@rai.it skytg24.redazione@skytv.it

sabato 2 febbraio 2013

Appello agli italiani che amano l'Italia così come amano se stessi

di Magdi Cristiano Allam
02/02/2013
10:23:00
In Italia si sta perpetrando un crimine epocale: uno Stato ricco si sta trasformando in una popolazione povera. In un anno di governo di Mario Monti, è raddoppiato il numero degli italiani che soffre la fame diventando 6,2 milioni i cittadini che nell'arco delle 48 ore non consuma un pasto adeguato alla sopravvivenza. Il 41% degli italiani non arriva a fine mese. Gli esodati, padri e madri che non hanno alcun sostentamento avendo perso il posto di lavoro senza aver maturato il diritto alla pensione, sono balzati a 290 mila. 100 mila imprese sono falliti paradossalmente perché creditrici dato che i debitori non pagano e il principale debitore insolvente è lo Stato che deve 100 miliardi di euro alle imprese. Ormai uno su tre di coloro che fanno la fila alle mense dei poveri è italiano. Nonostante il maggior gettito fiscale dovuto al più alto livello di tassazione al mondo, il debito pubblico è aumentato di 153 miliardi superando la soglia dei 2000 miliardi, mentre il Pil (Prodotto Interno Lordo) è calato del 2,4%. Tutti i dati economici del governo Monti sono negativi.
L'Italia è sprofondata in un pantano. Siamo costretti a indebitarci con la Bce (Banca Centrale Europea) e con le banche commerciali emettendo titoli di Stato a debito per poter disporre della moneta. Ma non possiamo più indebitarci per l'obbligo, che ci siamo auto-imposti aderendo al Fiscal Compact, il Patto di stabilità europeo, che ci obbliga a ridurre la spesa pubblica di 40 miliardi di euro all'anno per i prossimi 20 anni, con l'obiettivo di dimezzare il rapporto tra il debito pubblico e il Pil dall'attuale 126% al 60%. Il risultato è che gli italiani, a causa dell'estrema difficoltà ad accedere al credito e le minori prestazioni sociali dello Stato, si impoveriscono sempre di più.

La responsabilità ricade sulla Partitocrazia, destra, centro e sinistra, che ha mercificato il potere gestendolo in modo consociativo, finendo per svendere l'Italia alla dittatura finanziaria di Monti che sta uccidendo l'economia reale e condannando a morte le imprese per darle in pasto alla speculazione globalizzata che deve riciclare un ammontare di titoli derivati pari a 787 mila miliardi di dollari, circa 12 volte il Pil di tutti i Paesi del mondo messi insieme.

Io amo l'Italia è l'unico soggetto politico che alle Elezioni nazionali ha la lucidità, l'onestà e il coraggio di rivendicare il riscatto della nostra sovranità monetaria, riattribuendo allo Stato la prerogativa di emettere direttamente moneta a credito, che di fatto corrisponde all'uscita dell'Italia dall'euro. Io amo l'Italia ha innanzitutto a cuore il legittimo interesse nazionale dell'Italia e degli italiani, considerando un'ingiustizia il signoraggio bancario, gli interessi che siamo costretti a pagare alle banche per poter disporre della moneta.

Io amo l'Italia promuove un'autentica riforma dello Stato per abbattere drasticamente il costo esuberante della Pubblica amministrazione pari a circa 800 miliardi di euro, più della metà del Pil (circa 1550 miliardi di euro). Noi denunciamo in particolare gli scandalosi costi della Casta della Pubblica amministrazione e della Politica, i cui vertici arrivano a percepire degli stipendi pari a 10 volte lo stipendio del Presidente degli Stati Uniti d'America! Per mantenere in vita questo mostro vorace che dilapida un fiume di denaro pubblico generando sperpero, corruzione, inefficienza e vessazione dei cittadini, siamo costretti a subire il più alto livello di tassazione al mondo che arriva fino al 100% degli utili delle imprese.
La riforma dello Stato si fonda sulla centralità dei Comuni, l'ambito dove i cittadini nascono, crescono, costituiscono le famiglie, lavorano e producono, attribuendo ai Comuni la prerogativa di gestire le risorse del territorio, compresa la riscossione delle tasse. I Comuni possono interfacciarsi direttamente con lo Stato, che sarà più forte grazie all'elezione diretta del Presidente della Repubblica che assume il potere esecutivo, ma che sarà meno oneroso eliminando tutte le sovrastrutture intermedie, Province e Regioni, e gli enti inutili, onerosi e inefficienti quali le Municipalizzate e le Parificate.
Il drastico contenimento del costo dello Stato consentirà un drastico abbattimento delle tasse fino al 20%. Al riguardo Io amo l'Italia afferma il principio che le tasse si pagano una sola volta alla fonte e che non si possono tassare beni acquistati con denaro già tassato.

Io amo l'Italia è altresì l'unico soggetto politico che si presenterà alle Elezioni nazionali come il Fronte dei valori non negoziabili, l'inviolabilità della sacralità della vita, l'inalienabilità della dignità della persona, la centralità della famiglia naturale, la salvaguardia della libertà religiosa e educativa.
In questo contesto Io amo l'Italia promuove la cultura della vita e specificatamente la crescita della natalità degli italiani, riconoscendo – prendendo atto della valenza economica del lavoro domestico -  il diritto delle madri che scelgono di dedicarsi a tempo pieno alla famiglia, ai figli e alla casa ad uno stipendio (o in alternativa dei congrui incentivi per le madri che scelgono di lavorare fuori casa). Io amo l'Italia promuove anche il primato degli italiani nell'assegnazione dei servizi sociali, dalle case popolari alla scelta delle scuole private parificate, dall'assistenza sanitaria alla pensione.
Io amo l'Italia è favorevole all'accoglienza fraterna del prossimo sulla base della condivisione dei valori assoluti e universali alla vita, alla dignità e alla libertà, e del rispetto delle regole fondanti la civile convivenza che si sostanziano di diritti che garantiscono tutti senza discriminare nessuno e di doveri che vincolano tutti senza alcuna eccezione.
Io amo l'Italia promuove la difesa della nostra civiltà cristiana dall'offensiva sia dell'ideologia capital-comunista che sta trasformando la persona in semplice strumento di produzione e consumo della materialità, sia dell'ideologia islamica che vuole assoggettarci all'arbitrio di Allah e di Maometto che disconoscono i diritti fondamentali della persona.

Io amo l'Italia è l'unica vera alternativa alla Partitocrazia, alla dittatura finanziaria, alla demagogia populista e alla tentazione di boicottare le urne.
Io amo l'Italia promuove un'autentica riforma dello Stato, dello Sviluppo e della Società mettendo al centro la persona anziché la moneta, la famiglia naturale anziché le banche, la comunità di uomini e donne liberi anziché i mercati, i valori non negoziabili anziché lo spread, le regole che sostanziano la civile convivenza anziché il profitto costi quel che costi, il bene comune anziché la speculazione finanziaria globalizzata.
Il 24 e 25 febbraio votate e fate votare Io amo l'Italia perché Io amo l'Italia significa amare l'Italia così come si ama se stessi!

NON TURIAMOCI IL NASO, VOTANDO IL MALE MINORE; IL CRISTIANO NON SCENDE A COMPROMESSI, O CON CRISTO O CONTRO CRISTO.