mercoledì 6 marzo 2013

Magdi Cristiano Allam: “Imprenditori balneari passate all'attacco per costringere il governo a escludervi dalla Direttiva Bolkenstein!”

di Magdi Cristiano Allam
06/03/2013  16:28:46
 
Carrara (5/3/2013) – Magdi Cristiano Allam, europarlamentare e presidente del Movimento politico Io amo l'Italia, ha esortato gli imprenditori balneari a passare all'attacco per costringere il governo italiano a escluderli dalla Direttiva Bolkenstein al fine di salvarli dalla condanna a morte tramite la messa all'asta rinviata al 2020. La soluzione pratica è la sdemanializzazione degli stabilimenti balneari perché di fatto sono del tutto urbanizzati grazie all'allaccio di tutte le utenze e al pagamento di tutti i tributi compresa l'Imu, riconoscendo la proprietà degli imprenditori del terreno su cui sorgono gli stabilimenti anche a fronte del pagamento di un diritto di superficie allo Stato. Considerando che gli stabilimenti occupano complessivamente solo 1.000 degli 8.000 km. di costa, calcolando una media di 300 metri di profondità per stabilimento, stimando un valore di 50 euro a metro quadro, lo Stato andrebbe a incassare circa 1,5 miliardi di euro. Ma soprattutto preverrebbe che vadano a finire in mezzo alla strada circa 30.000 imprenditori e circa 300 mila lavoratori stagionali, così come assicurerebbe la continuità di un volume d'affari di circa 225 miliardi di euro all'anno (calcolando anche l'indotto), pari al 15% del Pil nazionale.
Allam è stato ospite del Convegno dal titolo “Arriva l’Onda D’Urto dei Balneari”, organizzato da Itb (Associazione Imprenditori Turistico-Balneari), Mondo Balneare, Afib, Donnedamare, Comitato Salvataggio Imprese , Fiera Balnearia. Nel suo intervento ha esortato gli imprenditori balneari a passare all'offensiva con una proposta forte e vincolante: “Perché siete sulla difensiva? Non siete voi che dovete dimostrare di essere delle persone perbene, ma piuttosto i politici che hanno finora dimostrato di non amare l'Italia rendendosi complici di quest'Europa che vi ha condannato a morte”, ha detto Allam, “Come è possibile che quelli che sono intervenuti a nome dei Comuni, delle Province, delle Regioni, della Destra e della Sinistra, dicono tutti di essere dalla vostra parte, quando l'unica certezza che avete è che vi ritrovate davanti al plotone d'esecuzione il 31 dicembre 2020?”.
“Lo Stato siamo noi! L'Italia è degli italiani!”, ha sostenuto Allam, “Come è possibile che per ridurre il debito pubblico lo Stato si dice pronto a svendere il patrimonio immobiliare pubblico a arabi, cinesi e russi, mentre non è disponibile a vendere a voi, onesti cittadini e padri di famiglia italiani il terreno che da generazioni vi consente di vivere e dà lavoro a 300 mila persone? Come è possibile che lo Stato trova subito i soldi se si tratta di salvare il Monte dei Paschi di Siena, che la magistratura ha bollato come un'associazione a delinquere, o di aiutare la Fiat mettendo in cassa integrazione gli operai dello stabilimento di Melfi per due anni, nonostante che Marchionne abbia chiarito che non è più conveniente produrre automobili in Italia, mentre lo Stato non trova i soldi se si tratta di salvare circa mille imprese che ogni giorno muoiono, paradossalmente costrette a morire perché creditrici laddove il principale debitore insolvente è lo Stato che deve 100 miliardi di euro alle imprese?”
Infine Allam ha lanciato un appello alla salvaguardia della nostra dignità di italiani: “L'Italia è la nostra Casa comune! Noi italiani siamo padroni a casa nostra! Non dobbiamo permettere a dei burocrati arroganti e ostili di Bruxelles, che non sono stati eletti da nessuno e che non rispondono del loro operato a nessuno, di condannarci a morte qui a casa nostra! E' arrivato il momento di dire basta all'euro che ha danneggiato all'Italia e impoverito gli italiani! Basta a quest'Unione Europea di banchieri e burocrati che ci umiliano e che stanno uccidendo la nostra civiltà che mette al centro la persona e i valori!”.
Al convegno sono intervenuti anche l'europarlamentare della Lega Nord Claudio Morganti, la senatrice del Pd Manuela Granaiola, la deputatata del Pdl Debora Bergamini, l'onorevole Pd e assessore alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Toscana Cristina Scaletti, la direttrice Museo del Mare di Genova Maria Paola Profumo, il delegato nazionale Anci al Demanio Marittimo Luciano Monticelli, il rappresentante Upi per il Demanio Angelo Vaccarezza, la rappresentante di Empatia Donne Barbara La Rosa,  la rappresentante di Donnedamare Bettina Bolla.

martedì 5 marzo 2013

Grillo e Casaleggio promotori della dittatura informatica

di Magdi Cristiano Allam
04/03/2013  08:19:20
 
(da Il Giornale) -  Così come il comunismo ideologico faceva paura non perché giustamente difendeva i diritti dei lavoratori ma perché predicava l'eliminazione dei datori di lavoro prospettando la dittatura del proletariato e la morte del capitalismo, il mondo contemporaneo deve fronteggiare due nuove minacce che attentano alla nostra civiltà: la dittatura finanziaria e la dittatura informatica che, in Italia, s'incarnano rispettivamente in Mario Monti e in Beppe Grillo (quale espressione mediatica e politica del pensiero di Gianroberto Casaleggio, co-fondatore del Movimento 5 Stelle).
La presenza di Monti ai vertici di Goldman Sachs, Moody's, Gruppo Bilderberg, Commissione Trilaterale e Centro studi Bruegel attestano senza ombra di dubbio la sua identità di uomo dei poteri finanziari forti e, specificatamente, di coloro che hanno prima creato il cancro dei titoli tossici che ammontano a 12 volte il Pil mondiale, poi sono impegnati controllando i governi e le banche nel loro riciclaggio a discapito dell'economia reale. Monti non ci preoccupa tanto perché nonostante la più alta imposizione fiscale al mondo abbia fatto salire il debito pubblico e fatto calare il Pil, ma è da contrastare perché sta condannando a morte 1 impresa ogni 1,5 minuti non restituendo 100 miliardi di credito e sta riducendo sempre più gli italiani in povertà negando soprattutto ai giovani qualsiasi certezza nel presente e speranza nel futuro. Ciò non accade perché Monti è un incompetente ma perché sta attuando rigorosamente la missione di salvare le banche e di riciclare i titoli tossici, prospettando una dittatura finanziaria in cui la persona viene ridotta a semplice strumento di produzione e consumo della materialità, costretto a prostrarsi al dio denaro.
Quanto a Grillo è sicuramente preoccupante il fatto che sia diventato lo sfogatoio nazionale della rabbia e della frustrazione incontenibile degli italiani, specie dei giovani, facendo leva sulla promessa di distruggere tutti e tutto, ma è da contrastare senza indugi per la prospettiva di imporci una dittatura informatica in cui la persona è ridotta a un oggetto digitalizzato, controllato e condizionato dal nuovo dio Internet. Sin dal 28 maggio 2005, tre giorni dopo l'inaugurazione del suo blog, Grillo si definì “un partigiano della Terza guerra mondiale, quella dell'informazione”. Il 12 ottobre 2005 in un post parlò di “democrazia diretta” garantita dalla Rete, dove la “cittadinanza digitale” sarà “il primo diritto di ogni persona”.
Ma è in un video dal titolo “Casaleggio e il suo nuovo Ordine Mondiale Gaia”  (http://www.youtube.com/watch?v=JodFiwBlsYs) che viene spiegata la dittatura informatica. Il video, in inglese e didascalie in italiano, inizia così: “Gaia, un ordine mondiale è nato oggi. Il 14 agosto 2054, conflitti razziali, conflitti ideologici, conflitti religiosi, conflitti territoriali, appartengono al passato. Ogni uomo è un cittadino del mondo soggetto alle stesse leggi. Internet è stato il veicolo del cambiamento attraverso le comunicazioni, la conoscenza e l’organizzazione a livello planetario”. Queste le tappe: “2018 il mondo è diviso in 2 aree maggiori: l’Ovest con la democrazia diretta e libero accesso ad Internet; Cina, Russia e Medio Oriente con una dittatura Orwelliana e l’accesso ad Internet sotto controllo. 2020: inizio della Terza guerra mondiale che durerà 20 anni. Riduzione della popolazione mondiale ad 1 miliardo di persone. 2040: l'Occidente vince; la democrazia della Rete trionfa. 2047: ognuno ha la sua identità in un network sociale e mondiale creato da Google di nome Earthlink; per essere tu devi essere in Earthlink o non avrai identità, non è più richiesto un passaporto. 2050: Brain Trust, un'intelligenza sociale collettiva permette alle persone di risolvere problemi complicati all’ordine del giorno condividendo ogni tipo di informazioni e dati on line. 2054: prima elezione mondiale in Rete per un governo mondiale chiamato Gaia che verrà eletto. Le organizzazioni segrete vengono proibite. Ogni uomo può diventare presidente e controllare le azioni del governo attraverso la rete. In Gaia partiti politici, ideologie, religioni, spariscono. L’uomo è il solo proprietario del suo destino. La conoscenza collettiva è la nuova politica”.
Ebbene così come abbiamo condannato il comunismo, oggi condanniamo sia la dittatura finanziaria sia la dittatura informatica perché in tutti i casi relativizzano e schiavizzano la persona. Noi vogliamo e dobbiamo salvaguardare la centralità della persona come depositaria di valori non negoziabili alla vita, alla dignità e alla libertà, mai strumento e mai subordinato allo Stato, al denaro, a Internet. Non ci stupisce che sia l'ex-comunista Bersani, sia Monti sia Grillo, proprio partendo da una visione relativista della persona, condividano sostanzialmente una concezione centralistica del potere, convergendo nella difesa di quest'Unione Europea assoggettata a banchieri e burocrati, sintesi perfetta della dittatura politica, finanziaria e informatica.
twitter@magdicristiano

domenica 3 marzo 2013

La Madre delle menzogne di Grillo: vuole un referendum online sull'euro ma difende assolutamente l'euro

di Stefano Di Francesco
03/03/2013 18:36:49
 
Più passa il tempo e maggiore è il numero di coloro che dopo aver votato il Movimento Cinque Stelle si stanno chiedendo se han fatto bene o meno ad appoggiare il progetto di moralizzazione del Paese proposto da Grillo. La risposta non è, come al solito, semplice soprattutto perché il M5S ha sempre ed accuratamente evitato il confronto sui temi caldi della campagna elettorale ovvero sul debito, le tasse,la crescita economica, l’Europa e l’Euro.
Se questa  è stata, come io credo, un strategia , si deve ammettere che ha ben pagato.
Orde di votanti imbufaliti verso il sistema corrotto, i politici ladri, le clientele, gli evasori lo hanno premiato con un risultato elettorale che è andato ben oltre le loro stesse aspettative.
Ma qual è il Grillo-pensiero sull’Europa, l’Euro,la crescita, il debito pubblico?
In una intervista concessa al giornale tedesco “Bild am Sonntag” il comico, leader del Movimento, si esprime così sull’Europa:
Sono un convinto europeo, per questo sono per una votazione online sull'euro, voglio un'Europa unita che sia moderna, parli una lingua comune e non 11 diverse come nel parlamento europeo. ”
Sulla moralizzazione della classe politica afferma: “..voglio portare gli onesti ai vertici del Paese. Com'è in Europa, ma non in Italia!”.
Sull’Euro dice: “Uscire dall’euro vuol dire impoverire la nazione di almeno il 30 per cento, da un giorno all’altro. L’Economist ha smesso di pubblicare i dati sull’Argentina. Si sono accorti che sono taroccati. L’inflazione è molto più alta di quello che dicono, l’attivo della bilancia dei pagamenti è inesistente se non negativo. Svalutare non è una cosa semplice”.
Sul debito pubblico poi e la situazione economica si esprime così: “l'Italia è persa da tempo. In un anno non avremo più soldi per pagare le pensioni e gli stipendi dei dipendenti pubblici. Non c'è più molto da salvare..anche per colpa di Monti che non ha fatto vere politiche di risparmio. Invece di togliere ai privilegiati, per primi ai politici, si è servito coi risparmi delle famiglie, che ora non sanno più come andare avanti senza soldi”. Ed aggiunge: “Se fossi premier farei ricomprare all'Italia i suoi titoli di Stato da Paesi come Francia e Germania e contratterei nuovamente il tasso d'interesse”.
Grillo si dimostra un catastrofista senza pari, ben peggiore del peggior Monti ed alle sue esternazioni andrebbe rivolto un sincero V-Grillo come nel suo stile. Quello che dice sul debito, sul referendum impossibile sull’Euro, sul ritorno alla Lira, sono le solite menzogne che oramai da troppo tempo tanti politici ed economisti vanno raccontando. Poveri noi!
Non ha molta importanza a questo punto capire se Grillo parla in questi termini catastrofisti per ignoranza o malafede, perché quel che ne consegue sarà comunque una forte perdita di fiducia nel nostro Paese e nella sua economia.
Non credo che quanti abbiano concesso credito a Grillo abbiano riflettuto sui reali contenuti della proposta grillina sbagliata nei contenuti ed evanescente nella sostanza.
A parte le bugie sul programma economico che diceva redatto in compagnia del Premio Nobel Stigliz, ciò che maggiormente colpisce è la visione di fondo del sistema economico che emerge dalla lettura del documento stesso.
Nella stesura di tale programma è preminente la figura di Mauro Gallegati, un economista che insegna presso l’Universtà Politecnica delle Marche . La visione della società di Gallegati è quella di un sistema che deve completamente ripensare il proprio modello di crescita, dare priorità ai giovani e sostenerli con un reddito di cittadinanza, rimanendo però nell’euro e dichiarando un default parziale sul debito pubblico oramai schiacciante.
E’ un economista ortodosso, tradizionale che non capisce come però realmente funziona l’economia, la moneta ed il debito;  se non si vuole uscire dall’euro ed al contempo si denuncia con forza (e non senza una qualche ragione) che il rischio, in questa Eurozona, è di trasformare interi popoli in servi della gleba che vivono in condizioni di schiavitù per ripagare il debito, che ci resta, per spezzare queste catene? Un bel default del debito pubblico. Ma qualcuno ne ha valutato appieno le conseguenze? E senza una banca centrale che “stampa moneta”, restando nell’Euro, come si gestisce un evento del genere? Qualcuno ci ha davvero pensato, al M5S? Chi  ha votato per Grillo conosceva queste proposte?
Su altri punti invece, il pensiero e la visione del Prof. Gallegati sono assolutamente condivisibili come quando parla ad esempio del reddito di cittadinanza e degli ammortizzatori sociali, che dovrebbero tendere a salvaguardare le “persone” e non i posti di lavoro ed anche laddove si auspica un nuovo indicatore per la valutazione della crescita qualitativa del benessere sociale in sostituzione del PIL.
In conclusione, l’idea che ho maturato sul programma economico del M5S è piuttosto negativa perché, fatte salve alcune specifiche tematiche, si ispira a logiche ortodosse che dimostrano di non comprendere come funzioni il sistema economico attuale. Sulla base di ciò anche le proposte per tornare a crescere, ridare slancio all’economia sono prive di senso logico. Avrei voluto leggere di proposte e soluzioni per salvare centinaia di migliaia di aziende medio-piccole che soffocano per l’esasperata imposizione fiscale, per i ritardi nel pagamento dei crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione, dell’abbassamento delle imposte e del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori.
Invece si tratta di semplici slogan buoni forse per la campagna elettorale, ma poveri di pragmatismo.
A mio avviso sarebbe necessaria una politica economica  che guardasse la realtà per ciò che è, contro  un Euro che strangola il sistema produttivo e  l’austerità che porta a depressione certa e povertà.
L’ultima annotazione è rivolta al pensiero che Gallegati ha nei confronti dei nuovi parlamentari eletti in merito alle loro scarse competenze economiche (devo dire che il dubbio non padroneggiassero la materia economico-finanziaria ci era già venuto!): “Con alcuni colleghi della Columbia e della Cattolica stiamo preparando dei seminari per i parlamentari del Movimento. Stiamo facendo un salto nel buio, ma non abbiamo alternative”.
Purtroppo è vero: con il Movimento Cinque Stelle non sono solo i candidati a fare un salto nel buio ma è l’Italia tutta a rischiare una deriva socio-economica senza precedenti. Probabilmente tra un anno al massimo andremo di nuovo al voto ma di sicuro, ci siamo auto imposti altri 12 mesi di sofferenza.

Risponde Magdi Cristiano Allam:
Carissimo Stefano questa tua riflessione è particolarmente significativa perché mette a nudo il fatto che Grillo è parte integrante di un sistema finanziario che è incentrato nell'Eurocrazia e che si traduce nel caso specifico di Grillo in una dittatura informatica complementare alla dittatura finanziaria di Mario Monti. Io amo l'Italia denuncia la loro connivenza e si batte in prima linea per salvaguardare la centralità della persona come depositario di valori non negoziabili alla vita, alla dignità e alla libertà, mai relativizzabile e ridotto a strumento della moneta o di Internert. Andiamo avanti insieme con la schiena dritta! Ce la faremo!

sabato 2 marzo 2013

Le bugie del programma economico del M5S: i tagli complessivi sarebbero di 17-20 miliardi, solo il 2,5% della spesa pubblica!

di Stefano Di Francesco
01/03/2013  09:08:43 
Che forza questo Grillo!! Uno “tsunami” di protesta che ha investito la classe  politica arroccata in difesa dei suoi privilegi, gettando fuori dall’agone politico personaggi che negli ultimi vent’anni hanno segnato le vicende del nostro Paese.
Nel nuovo Parlamento non ci saranno più Fini, Marini, Crosetto, Di Pietro con l’annesso flop di Rivoluzione Civile; ma quello che spicca, è l’enorme quantità di deputati e senatori che il Movimento 5 Stelle è riuscito a portare in Parlamento.
Avranno fatto bene milioni d’italiani a fidarsi degli slogan di Grillo o forse c’è qualcosa che avrebbe meritato più attenzione?
Siamo sicuri che Grillo non sia in fin dei conti un superbo venditore di fumo?
Tanto per cominciare, si potrebbe iniziare col dire che, a dispetto delle sue dichiarazioni alla CNBC della scorsa settimana  secondo cui “    "...“il nostro piano economico ... è preciso, fatto da migliaia di persone nel mondo, fatto da Stiglitz che è Premio Nobel per l'Economia, insieme a persone normali, professori di economia che sono in rete”, una secca smentita è giunta via mail dalla moglie del premio Nobel, la quale si esprime in questi termini che lasciano poco spazio al contraddittorio:
A lot of people attribute a lot of things to my husband but his writings speak for themselves and are available online as are his numerous talks. I doubt he if he has even mentioned the “Five Star movement” anywhere. Thanks, Anya”.
Tradotto vuol sostanzialmente dire che  “molte persone attribuiscono molte cose a mio marito... Penso che neanche abbia mai menzionato il Movimento 5 Stelle...".
Dunque ci risiamo: il programma economico di Grillo è come il Master di Giannino. Le bugie hanno le gambe corte!!
Ma andiamo avanti: sui temi economici il M5S è apparso evanescente ed inconsistente, tanto che Grillo non ha mai approfondito nello specifico soluzioni da apportare al sistema. Anzi, laddove si è dibattuto di economia con imprenditori, commercianti e professionisti, Casaleggio ha sempre affiancato Grillo, quasi temendo esternazioni non proprio in linea con le attese della platea.
Insomma, poche idee e molto confuse in economia e finanza. Casaleggio & Grillo hanno rinunciato a dibattere o farsi intervistare sull'economia (fino alla sparata di Grillo di tre giorni fa sul Premio Nobel Stiglitz che ha scritto il suo piano...). E proprio perché hanno  avuto la geniale idea  di non partecipare più a dibattiti sull'economia,  la gente, ha erroneamente  immaginato volessero realizzare cambiamenti radicali nella struttura economico-finanziaria del Paese.
Il messaggio che invece è stato veicolato nelle piazze gremite all’inverosimile e sulla rete, è stato che la colpa di tutto è dei politici ladri, della corruzione, dell’evasione fiscale, delle clientele, senza mai spiegare quali sono i reali motivi per cui oggi ci troviamo in una depressione che sta disintegrando un intero sistema industriale  ed il tessuto sociale ad esso collegato.
Che la politica abbia “rubato”, che costi troppo, che ci sia evasione, malcostume diffuso è cosa fin troppo evidente; ma non sono le cause del dissesto del sistema. L'arricchimento e l'etica dei politici italiani  ha poco a che fare con la nostra situazione economica; la  prova è che tanti paesi, dove i politici si arricchiscono molto più dei nostri, vanno bene economicamente (dalla Turchia, alla Polonia, al Brasile, al Messico, alla Corea, a Singapore, a Hong Kong, alla Malesia, alla Thailandia, a Taiwan, alla Cina, alla Russia all'India...).
Critiche al programma economico di Grillo provengono anche dalla stampa estera come l’Economist, secondo cui in buona sostanza gli italiani anche questa volta si sono fatti abbindolare da qualcuno che promette rimedi tanto miracolosi quanto inconsistenti:
 “Yet while his criticisms are often accurate, Mr Grillo’s remedies are either non-existent, simplistic or utopian....Mr Grillo’s apparent breakthrough... If it occurs, it will show that far too many Italians fail to understand the seriousness of their economic situation, let alone the complexity of the policies required to solve it. They will have allowed themselves once again to have been seduced by a purveyor of macroeconomic snake oil; someone who claims to be able to dispel their problems as if by magic. Italy has been here before, in 2001 when Mr Berlusconi promised them a "new economic miracle". In the 10 years that followed Italy’s economy either hardly grew, stagnated or shrank.”
“Gli italiani non capiscono la gravità e la complessità della situazione economica”, questo dice l’articolo dell’Economist ed io temo abbia ragione da vendere.
Analizzando ora nel dettaglio il programma del M5S, appare evidente che non potrà essere la soluzione ad alcun problema; da una prima attenta seppur preliminare verifica, risulta che  i tagli complessivi che si realizzerebbero seguendo il programma, sarebbero di appena 17-20 miliardi di euro!! Ovvero il 2,5% della spesa pubblica!!
Veramente poca cosa se si pensa che solo eliminando gli incentivi al “solare” si risparmierebbero circa 7 miliardi di euro di spesa (pari al 40% dei tagli previsti dal movimento grillino).
Nel dettaglio, ecco come e dove si produrrebbero i risparmi secondo i grillini:
- accorpamento dei comuni al di sotto i 5.000 abitanti; si può fare subito ma per risparmiare devi licenziare il personale ed è dai tempi di Mussolini che non si riesce a farlo in Italia;
- modernizzazione e informatizzazione della macchina dello Stato centrale con un taglio del 30% dei costi; i  risparmi  sono probabilmente minimi..... il 30% è un numero campato per aria se non hai fatto un studio specifico al riguardo;
- cessazione di ogni missione militare all'estero, da subito  qui si risparmiano da 1 a 1.5 mld;
- eliminazione Province;  si può fare subito ma per risparmiare devi licenziare il personale ed è dai tempi di Mussolini che non si riesce a farlo in Italia;
- stop alla costruzione di opere inutili come la Tav, la Gronda a Genova, la Pedemontana in Lombardia ; in questo caso i risparmi annuali sono di circa 2 miliardi;
- eliminazione contributi all'editoria da subito risparmiando 3-400 milioni di euro;
- eliminazione di ogni auto blu tranne per il presidente della Repubblica e del Consiglio, risparmiando circa 4 miliardi di euro ;
- eliminazione contributi elettorali ai partiti  con un risparmio di  1,5 miliardi;
- riduzione di almeno la metà delle consulenze esterne per lo Stato e per gli enti locali con un risparmio difficile da stimare, forse di 1 miliardo di euro;
- Recupero dei 98 miliardi di euro evasi dalle società di slot machines; in realtà è una storia fasulla: c'è una sentenza del 2004 riguarda al mancato collegamento con il terminale del ministero ... se fosse vero la guardia di finanza e Befera li avrebbero già recuperati;
- Taglio di 2/3 delle spese del Quirinale con riduzione di 300 milioni di euro;
- Adozione di software open source per la Pubblica Amministrazione ; anche questa è pura fantasia! pensare di mettere on line la PA con software come Linux rischiando che poi vada tutto in tilt, non è realistico;
- Adeguamento stipendi dei parlamentari alla media europea con un risparmio di 400 milioni;
- Rinuncia all'acquisto dei cacciabombardieri F35 ; anche questa è pura propaganda visto che si tratta di un  programma a cui partecipano tutti i paesi UE che dividono così i costi d’acquisto,  a meno che non si rinunci all'aviazione militare, decidendo di difendersi con frecce, fionde e balestre;
- Efficienza/risparmi acquisti per la Sanità dove i risparmi si avrebbero su alcuni sprechi in alcune regioni, ma è complicato da realizzare e comunque si tratterebbe  forse di  1 mld di euro;
- Taglio/vendita di due canali RAI nazionali con un risparmio di  1 mld,
- Taglio Expo 2015 ; ma perché ? l’Expo serve a spingere il commercio e l’economia;
- Dimezzamento stipendio e numero consiglieri regionali con riduzioni di circa 500 milioni;
- Taglio delle pensioni sopra i 5.000 euro lordi mensili .Secondo Grillo le pensioni d'oro sono 100.000 con un costo annuo di 13 miliardi, se venissero abbassate a 5.000 euro netti al mese, il risparmio annuale 7 miliardi di euro.
Alla luce di quanto sopra evidenziato si realizzerebbero dunque  tagli alla spesa  per  una cifra non superiore ai 20 miliardi di euro ( il 2% della spesa pubblica); insomma, la montagna ha partorito un topolino!!
Il voto al M5S è stato chiaramente un voto di protesta, indirizzato alla moralizzazione del sistema politico ed alla diminuzione dei privilegi della casta.
Ma non si può credere che con il solare, la banda larga, la green economy si possa uscire da questa depressione.
Ci attendono tempi durissimi.

Analisi delle Elezioni nazionali 2013 – Prima parte: le 6 ragioni dell'esito insoddisfacente del voto di Io amo l'Italia




di Magdi Cristiano Allam
02/03/2013
10:01:09
 
 
Mi sono concesso qualche giorno dopo le elezioni del 24 e 25 febbraio innanzitutto per recuperare le forze fisiche dormendo qualche ora in più, poi per riflettere sulle ragioni che ci hanno portato a conseguire un risultato che, in termini assoluti e percentuali, è oggettivamente insoddisfacente.
Abbiamo ottenuto, a livello nazionale, 42.529 voti alla Camera pari allo 0,12% e 40.811 voti al Senato pari allo 0, 13%. Siamo quindi decisamente lontani dal 4% a livello nazionale, la soglia di sbarramento da superare per poter accedere alla Camera, e dall'8% a livello regionale, la soglia di sbarramento da superare per poter accedere al Senato.
Dobbiamo subito contestualizzare il risultato chiarendo che abbiamo presentato le liste di Io amo l'Italia solo in 11 su 26 Circoscrizioni nazionali per la Camera dei Deputati (42,3%) e solo in 8 su 20 Regioni per il Senato (40%), in aggiunta alla nostra assenza nelle Circoscrizioni Estere. Al riguardo ha ragione il nostro Coordinatore elettorale nella Regione Marche, Raffaele Tassotti, quando commenta: “Abbiamo fatto la maratona con una gamba sola!”.
Per la precisione siamo stati totalmente assenti nelle seguenti Regioni: Piemonte, Sicilia, Sardegna, Liguria, Trentino – Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Valle D'Aosta. Siamo stati assenti nelle seguenti Circoscrizioni per la Camera: Lombardia 3, Veneto 2, Lazio 1, Lazio 2. Siamo stati assenti nelle seguenti Regioni per il Senato: Toscana, Puglia.
Queste assenze, pari al 57,7% delle Circoscrizioni per la Camera e al 60% delle Regioni per il Senato, pregiudicano in partenza il risultato. Sappiamo tutti che siamo stati assenti perché non siamo riusciti ovunque a formare le liste e a produrre la documentazione necessaria in meno di due mesi (da fine novembre al 20 gennaio, intervallati dalle festività del Santo Natale, di Capodanno e dell'Epifania). Gran parte delle liste sono state formate con persone conosciute per la prima volta in pochissimo tempo o mai incontrate se non dopo la presentazione delle liste, scoprendo purtroppo a cose fatte che solo una minoranza dei candidati è stata effettivamente partecipe alle Elezioni e una percentuale ancora inferiore si è rivelata del tutto affidabile.
Ed è questa minoranza di candidati che si è assunta l'onere di raccogliere le firme, di farle autenticare e richiedere i certificati d'iscrizione all'anagrafe elettorale dei firmatari, infine di depositare l'insieme della documentazione presso gli uffici preposti.
Questo è accaduto perché evidentemente Io amo l'Italia non ha né un adeguato radicamento territoriale in termini di aderenti e simpatizzanti né proprie sedi distribuite sull'insieme del territorio nazionale. Tutto ciò che è stato fatto per poterci presentare nelle 11 Circoscrizioni per la Camera e in 8 Regioni per il Senato, è opera di pochi volontari che si sono prodigati in modo ammirevole.
La seconda ragione che ha influito negativamente sul risultato elettorale è stato l'oscuramento mediatico per tutta la prima parte del mese elettorale (dal 21 gennaio al 22 febbraio) e, successivamente, la discriminazione attuata principalmente dalle televisioni a diffusione nazionali. Prendiamo atto che l'insieme dei mezzi di comunicazione di massa ha partecipato a un lavaggio di cervello inculcando negli italiani il convincimento che i candidati alla guida del Governo credibili che meritavano di essere votati erano solo 6: Monti, Berlusconi, Bersani, Grillo, Ingroia e Giannino. Solo questi 6 personaggi hanno avuto l'onore di essere regolarmente e in modo assillante presenti nei telegiornali e nelle trasmissioni popolari nelle fasce di maggior ascolto, mentre tutti gli altri, compreso il sottoscritto, hanno potuto accedere solo ai programmi di approfondimento o a fugacissime apparizioni nei telegiornali (per non oltre 30 secondi) nelle fasce orarie di minor ascolto. Basti considerare che per tutta la campagna elettorale non ho mai avuto l'opportunità di confrontarmi con nessuno dei 6 super-candidati nonostante che fossi un loro concorrente. Il risultato è che purtroppo gran parte degli italiani continua a ignorare persino che Io amo l'Italia esista! Soltanto ieri un amico di Vicenza mi ha raccontato che nella mattinata al bar un gruppo di persone gli ha chiesto spiegazione sul simbolo di Io amo l'Italia dopo averlo visto sulla spilletta affissa al petto. Alla fine in 7 gli hanno risposto: se avessimo saputo della partecipazione di Io amo l'Italia alle Elezioni, vi avremmo votato!
La terza ragione dell'esito insoddisfacente del voto è l'esiguità delle risorse finanziarie a disposizione. Abbiamo fatto una campagna elettorale con poche migliaia di euro, frutto di libere donazioni. Tutti i partiti già presenti in Parlamento hanno investito milioni di euro che ottengono sotto forma di rimborso elettorale, di trattenute dai super-stipendi dei parlamentari e dei rappresentanti in seno alle istituzioni politiche e della Pubblica amministrazione, di fondi stornati dagli enti pubblici la cui gestione è appannaggio dei partiti o versati da enti privati in cambio di favori, di erogazioni da parte di fondazioni bancarie per attività di varia natura svolta dai partiti. Ebbene se consideriamo che, ad esempio alla Camera, il Mir di Samorì che ha investito forse una decina di milioni di euro ha ottenuto lo 0,24 e Intesa Popolare che ha investito almeno 1,5 milioni di euro ha ottenuto 0,07, noi non dovremmo lamentarci. Anche se non è affatto una ragione per consolarci. Piuttosto è un dato che attesta che i soldi sono necessari ma non sono ciò che assicura il successo elettorale.
La quarta ragione che ha nuociuto al risultato elettorale è stata la difficoltà a comunicare in modo corretto, semplice ed efficace i contenuti del programma politico, sia perché producono un trauma in chi ci ascolta dato che stravolgono la realtà esistente, come ad esempio è la rivendicazione di uscire dall'euro e riscattare la nostra sovranità monetaria, sia perché fuoriuscendo dal seminato si collocano nell'ambito delle soluzioni innovative che devono ancora essere sperimentate lasciando di conseguenza un dubbio sulla loro validità.
La quinta ragione che ha prodotto un livello significativo di isolamento del nostro Movimento è stata la tesi del cosiddetto “voto utile”, che ha sollecitato gli italiani a sostenere solo i due principali contenitori del centro-destra e del centro-sinistra per non favorire il reciproco avversario politico. Per quanto il “voto utile” si connota come un voto “contro” l'avversario e a favore del proprio candidato come il “male minore”, una scelta che implicitamente rigetta il voto di preferenza o di coscienza, esso è stato fatto proprio anche da ambienti cattolici addirittura ferventissimi che, ad esempio, condannano nella sfera religiosa personaggi come Carlo Maria Martini perché relativisti, ma in campagna elettorale hanno sostenuto a viva voce la necessità di dare il voto a Berlusconi e si sono fatti promotori di una campagna propagandistica contro il voto a Io amo l'Italia e a Magdi Cristiano Allam perché sarebbe stato un “voto perso”.
La sesta ragione che ci ha danneggiato è la scelta della Chiesa, per la precisione lo Stato del Vaticano, la Conferenza Episcopale Italiana e un insieme di enti come la Comunità di S. Egidio, la Caritas, le Acli, la Cisl e una fazione di Comunione e Liberazione, unitamente agli organi ufficiali come l'Osservatore Romano e soprattutto l'Avvenire, che si sono pubblicamente e direttamente schierati con dei loro esponenti in seno al governo di Mario Monti, per presumibili interessi di natura finanziaria o comunque di spartizione del potere. Questa scelta ha quantomeno disorientato una parte della Chiesa e l'insieme dei fedeli che avrebbero voluto schierarsi in modo deciso e convinto al fianco di chi, come Io amo l'Italia, afferma a viva voce il primato dei valori non negoziabili.
 (I – Prosegue)

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